iBerlino
“Hai mai mangiato un uomo?”
Data d’uscita: 26 gennaio 2018
Produzione: La Bionda Records
Distribuzione: Sounday
(presspage riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)
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“Un disco ideato e suonato in cucina”
HAI MAI MANGIATO UN UOMO?
Dopo l’esordio “negli anni luce” targato 2014 e il successivo Ep “Follie d’autunno”, esce il 26 gennaio 2018 il nuovo album del duo iBerlino dal titolo “Hai mai mangiato un uomo?” prodotto da La Bionda Records. Un ritorno sulle scene per Mirko Difrancescantonio e Fabio Pulcini che realizzano un disco scuro, urbano e profondo che parla di smarrimento, di confessione e di ritrovamento dell’uomo in un contesto urbano. Un’interessante fusione di cantautorato, pop-rock, contaminazioni blues e trip hop di bristoliana memoria. Un disco nato letteralmente nella cucina dell’appartamento dove Mirko e Fabio convivono, trasformata per l’occasione in sala prove e spazio creativo punk. Un lavoro che risente fortemente delle influenze e delle esperienze che i due traggono dalla loro vita nella Bolognina, il quartiere multietnico e underground di Bologna. Le sonorità del disco infatti non sono tanto il frutto di un assiduo ascolto di dischi (Bowie, Nick Cave, Battiato, Joy Division, Cohen e Massive Attack su tutti) ma più della frequentazione della vita notturna della città e del quartiere in particolare. Dentro ci sono ricordi di stanze molto buie, di fumo e di musica elettronica molto alta, ma mai abbastanza alta…
Il disco suona esattamente come iBerlino suonano nella loro cucina o dal vivo. Nessuna iper produzione, solo presa diretta sotto la guida di Roberto Rettura de Lo Studio Spaziale. Da sottolineare i featuring della cantante Susanna Regazzi, presente in molte tracce del disco: “Intro”, “Come andar di notte”, “Non si può vietare in un deserto” e “Neve” e che che regala con il suo timbro un’impronta mistica e sensuale.
Dopo le influenze rock-wave degli esordi e la successiva parentesi acustica, con “Hai mai mangiato un uomo” iBerlino vincono la sfida del terzo lavoro in studio (spesso importante crocevia artistico nella carriera di un artista), tracciando una strada precisa per la loro crescita: un disco maturo e consapevole, frutto della volontà di sperimentare e di allargare gli orizzonti verso nuove sonorità maggiormente elettroniche e verso un immaginario oscuro e metropolitano.
TRACKLIST
1. Intro
2. Senti il cielo come me
3. La partenza
4. Neve
5. Fotografia
6. L’età dell’innocenza
7. Un seme
8. Come andar di notte
9. Non si può vietare in un deserto
CREDITS
Testi di Mirko Di Francescantonio eccetto “Neve” di Luca Di Francescantonio / Mirko Di Francescantonio
Musica composta ed eseguita da iBerlino
Fabio Pulcini: chitarra acustica, chitarra elettrica, sintetizzatori
Mirko Di Francescantonio: voce, tastiera, sintetizzatori, chitarra elettrica in “Non si può vietare in un deserto” e “Come andar di notte”.
Susanna Regazzi: voce femminile in “Intro”, “Come andar di notte”, “Non si può vietare in un deserto” e “Neve”.
Registrato e mixato da Roberto Rettura presso Lo Studio Spaziale (Bologna)
Foto: Gianluca Scerni
Foto band: Stella Silvestro
Grafica: Kain Malcovich
TRACK BY TRACK a cura di iBerlino
Intro: Ci è sembrato giusto creare questo piccolo preambolo di mezzo minuto per far capire all’ascoltatore in cosa stesse entrando: un ambiente notturno in cui ci si fanno domande scomode e si confessa la presenza di violenza impulsiva nella nostra mente, un “ma ho pensato veramente questa cosa?”. Il disco non è però un inno alla violenza, piuttosto una confessione di come a volte la mente vaghi come una macchina senza destinazione, di notte, e di come sia facile smarrirsi. I tre versi sono presi da “Come andar di notte”, uno dei brani chiave del disco. Potremmo definire “Intro” come un “Come andar di notte – part I”. Uno di questi versi dà anche il bizzarro titolo al disco “Hai mai mangiato un uomo?”.
Senti il cielo come me: E’ un brano nato durante le prove di un live e inserito ed eseguito in scaletta quella stessa sera. E’ stato il primo della serie: “usiamo pochi versi e ripetiamoli”, cosa che accadrà anche in “L’età dell’innocenza”. Lo spunto è particolare: abbiamo pensato a vecchie canzoni elettroniche e da discoteca Anni ’90, dagli Air ai Daft Punk, fino a nomi improbabili che è meglio non citare e che avevano pochi versi in inglese… solo che noi l’abbiamo fatto in italiano. “Senti il cielo” è una canzone spensierata, forse l’unica solare – tenendo l’atmosfera urbana delle altre – in tutto il disco. Il brano tuttavia riassume le sonorità dell’intero album, non ha caso è stato posto dopo l’Intro: sintetizzatori Korg, una tastiera Anni ’80, chitarre elettriche, batterie quadrate.
La partenza: Brano nato da una discussione tra Mirko e suo padre conclusa con “in un viaggio la partenza è più importante dell’arrivo”. Se sbagli l’inizio manderai avanti qualcosa di sbagliato. Il concetto è diventato poi il verso centrale della canzone. E’ un brano venuto su abbastanza rapidamente, uno dei rari casi in cui hai prima un testo che attende di salire sulla musica giusta. La musica giusta è passata, il passeggero è salito. Ed è partito.
Neve: Inizialmente si trattava di una sessione strumentale, poi è arrivato questo testo di Luca Di Francescantonio, fratello di Mirko, che ha chiesto se potevamo musicarlo per un video che stava per produrre. Lo abbiamo così provato su quella stessa sessione strumentale e piano piano è entrato nelle nostre attenzioni. E’ fondamentalmente un reading spezzato dal ritornello cantato da Susanna Regazzi, special guest di questo e di altri brani. Non abbiamo mai chiesto di cosa realmente parlasse il testo, lo abbiamo interpretato a modo nostro: “sangue, neve, qualcuno te lo dirà”… sembra quasi un avvertimento brutale…. c’è rabbia, c’è rancore, almeno nella nostra versione.
Fotografia: La registrazione presente nell’album è la prima in assoluto e la canzone non è mai stata provata in precedenza. “Buona la prima” a tutti gli effetti. Durante le sessioni del disco Fabio aveva questi accordi e Mirko ha chiesto di continuare a suonarli mentre frugava tra i fogli per cercare questi due testi – inizialmente destinati a due vecchie canzoni ma che in realtà parlavano della stesso ricordo – che ha cantato in quel momento. Roberto (Rettura) stava registrando tutto. Finita la sessione ci siamo guardati e abbiamo capito che avevamo fatto qualcosa di speciale e di imprevisto. Un vecchio granuloso ricordo estivo salvato da quegli accordi di chitarra e tornato a galla.
L’età dell’innocenza: Se vivi in una città universitaria come Bologna vedi spesso negli universitari il passaggio da uno sguardo più innocente e socievole a uno più istintivo, introspettivo e curioso…. talvolta animale. E’ un brano che parla di sessualità e usa due semplici versi: “L’età dell’innocenza è passata / hai curiosità”. Pensandoci adesso avremmo potuto chiamarlo “Scopriti”, sarebbe stato un bel doppio senso. Anche questo accade in città.
Un seme: E’ la storia di un addio o forse di un arrivederci tra un vecchio uomo e una giovane ragazza. E’ “off topic” dal resto del disco, una ballata semplice che richiama sonoramente le vecchie produzioni della band, quando dal vivo portavamo brani più cantautorali: il ponte con il passato. Tuttavia nel traffico e nell’oscurità cittadina che si respira in tutto il disco è una pausa spiazzante, dolce, melanconica e romantica. Una ritrovata umanità dopo tanti pensieri scuri. Un bel momento di stacco nelle recenti esibizioni dal vivo, talvolta destinato ad essere proprio l’ultimo: il finale del concerto con cui salutiamo il pubblico.
Come andar di notte: Il brano che riassume tutto lo spirito tematico dell’album seppure il più vecchio: esiste da diversi anni ma non ha mai trovato una collocazione nella precedente discografia. E’ urbano, notturno. Molto tempo fa fu proposto dal vivo e non dimenticheremo mai la faccia turbata dei dannati ragazzini nel locale quando venivano pronunciati i versi “Hai mai colpito un uomo? Hai mai ucciso un uomo? Hai mai mangiato un uomo?”.
Non si può vietare in un deserto: Questa è stata una lunga sessione improvvisata che abbiamo deciso di tenere integralmente. Una lunga traccia giocata sull’attesa: qualcosa sta per accadere, personaggi si affacciano nello scenario minimale che ascoltiamo. Parla della libertà della solitudine, non sempre dai risultati piacevoli poichè porta ad amarezza, rassegnazione e follia ma talvolta anche a liberazione. Durante le registrazioni passò a trovarci la nostra amica Susanna Regazzi e le abbiamo chiesto di improvvisare delle tracce vocali. Il risultato è a nostro parere notevole: parte come un road trip e finisce come qualcosa di Trip-Hop. Non abbiamo mai nascosto il nostro amore per il genere di Bristol. Susanna farà parte di alcuni dei nostri spettacoli dal vivo, è effettivamente il terzo membro di questo disco poichè la troviamo in ben 4 tracce.
BIO
La band della Bolognina è stata fondata da Mirko Di Francescantonio e Fabio Pulcini nel 2007, e si allarga, successivamente, all’inserimento e alla collaborazione con altri musicisti.
I brani inediti di iBerlino, con testi in italiano, sono il risultato della fusione di cantautorato, pop-rock, contaminazioni blues e trip hop. Nel 2012 hanno partecipato alla mostra di opere incompiute “Confusioni”, tenutasi a Lanciano (CH) firmandone anche la sigla con il brano “C’è il sole”.
Nel gennaio del 2014 esce il loro primo disco “Negli anni luce” con 8 brani inediti che li porterà in un piccolo tour durante il quale registreranno il loro secondo lavoro, più acustico e cantautoriale, “Follie d’autunno EP” con una formazione allargata (compresa di soprano!) e con special guest la cantautrice Giulia Olivari, accolto con una discreta approvazione dalla critica.
Nel 2015 partecipano alla compilation underground Leit Motiv 13 per la Fuzz Rec con il brano “Il quarto uomo sulla luna (night motiv version)”.
Nel 2016 continuano la loro esperienza live insieme ad Angelo Maucione (basso) e Lorenzo Lambertini (Twister) con cui attualmente stanno lavorano a nuovi brani.
Nel frattempo, nel 2018 è prevista l’uscita del terzo lavoro “Hai mai mangiato un uomo?” per La Bionda Records.
FOTO (credits: Stella Silvestro)