Russo Amorale – “Europe”

Russo Amorale
“Europe”
Label: Esagono Dischi

(Presspage riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)



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Europe è l’album d’esordio di Ugo Russo, in arte Russo Amorale pubblicato da Esagono Dischi, con la produzione artistica di Stefano Riccò (Altre di B, Frankie Magellano). Dopo il primo singolo uscito a novembre e la lenta deriva ironica di Russo Amorale sulle “Acque Torbide” dellEmilia Romagna, con “Wildfires” il cantautore italo-francese ci porta verso nuovi orizzonti, dallaltra parte del planisfero, nell’arida California assediata dagli incendi. Nella versione cantata in italiano con un bridge in inglese, limmaginario mistico e selvaggio del deserto tende a fondersi con la poetica mitteleuropea. Nell’album è disponibile, anche, una versione di “Wildfires” interamente cantata in inglese.
Russo Amorale gioca sui paradossi linguistici e geografici, fedele alla sua doppia identità francese e italiana. Il titolo stesso dellalbum può essere interpretato in vari modi: trattasi del sostantivo al singolare in francese o in inglese oppure di uno straniante plurale italiano che potrebbe quindi indicare la possibilità di diverse Europe. Come recita Russo Amorale nella title track dellalbum (cantata in francese): “Questa sera accartoccerò la mappa dEuropa per riavvicinare le città dei miei amori sparpagliati”. Versi da cui, tra laltro, prende spunto la copertina dell’album. Massimo Zamboni (CCCP/CSI) ha apprezzato e sostenuto sin dallinizio il progetto di Russo Amorale, dando preziosi consigli in fase di produzione e sottolineando l’originalità dei testi e del cantato.
Le dieci tracce dellalbum trilingue (francese, italiano, inglese) spaziano dal folk-blues più scarno al rock industriale con contaminazioni elettroniche. Ma nella produzione raffinata di Stefano Riccò è sempre la voce di Russo Amorale che la fa da padrona: calda e intima oppure potente e graffiante, la sua duttilità evoca senzaltro la verve dei grandi “chansonniers”.

TRACKLIST

1 – Wildfires
2 – L’emergenza di emergere
3 – Qui s’y frotte s’y pique
4 – Europe
5 – Acque Torbide
6 – Galileo
7 – Ma l’amor mio non muore
8 – Alberto Neri
9 – I ritorni
10 – Le mie vele
11 – Wildfires (America) [Bonus track]

CREDITS

Testi, musiche, arrangiamenti: Ugo Russo
Produzione artistica: Stefano Riccò
Registrazione e missaggio: Francesco De Nisco, Stefano Riccò, Studio Esagono (Rubiera, RE)
Ringraziamenti speciali: Vittorio Gozzi, Massimo Zamboni
Design: Nicolò De Maiti
Voce, armonica, basso, chitarra acustica, chitarra elettrica, tastiera, pianoforte, campionamenti, percussioni, rumori: Ugo Russo.
Gabriele Gozzi ha suonato le batterie di “Wildfires”, “Qui s’y frotte s’y pique”, “Galileo”, “Alberto Neri”, “Le mie vele”. Gabriele Zambelli ha suonato le batterie di “Europe”, “Acque Torbide”.

TRACK BY TRACK a cura di Russo Amorale

1. Wildfires
Canzone nata dopo un viaggio nei deserti del West americano, scritta inizialmente in inglese (la bonus track che chiude l’album). Affiora un mistico immaginario western: la febbre dell’oro afflige i protagonisti accerchiati dagli incendi. La versione italiana è stata fortemente voluta da Massimo Zamboni che mi ha incoraggiato a tradurre il testo. Nel videoclip compaiono riprese di cavalli mustang californiani affidatemi dall’amico e attore statunitense Ray Abruzzo, già attore nella famosa serie TV “The Sopranos”.

2. L’emergenza di emergere
Canzone che faceva parte del mio primo EP, il “cavallo di battaglia” dei miei concerti, rifatta qui in versione molto più matura e selvaggia. L’ho scritta di getto dopo la mia prima visita a Reggio Emilia, città di cui avevo sempre sentito parlare nelle canzoni dei CCCP Fedeli alla Linea, nella mia adolescenza nella lontana Lorena.

3. Qui s’y frotte s’y pique
Il titolo di questa canzone rimanda al motto della mia città francese Nancy, il cui stemma rappresenta un cardo. “Qui s’y frotte s’y pique” significa letteralmente “chi ci si sfrega ci si punge”, cioè “non avvicinarti pungo” come recita un verso della canzone. Nel testo affiorano simboli primordiali ricorrenti nell’album: piante, serpenti, astri.

4. Europe
Il verso in francese che apre la canzone recita: “Stasera accartoccerò la piantina dell’Europa per riavvicinare le città dei miei amori dispersi”. La copertina dell’album prende spunto da questo verso, ricongiungendo la mia natia Lorena e la mia attuale Emilia. Una canzone che racconta i viaggi mitteleuropei di una specie di Gulliver sradicato che, nella sua deriva, calpesta capitali e vigne di Gewurtztraminer, smuove le montagne e i fiumi. Me ne sono accorto solo dopo averla scritta ma c’è anche una chiave di lettura più attuale, “politica” se vogliamo; questa canzone, come tutto l’album, parla in realtà di migrazioni.

5. Acque Torbide
Per certi versi si tratta del mio modestissimo tentativo di fare una “Emilia Paranoica” parte 2. Forse si tratta più di un racconto che di una canzone: una deriva tondelliana nella bassa emiliana, dove è tra l’altro situato il mio studio di registrazione Esagono. Il canto di una relazione che finisce (« non ti scordar di me ») ma che è anche e soprattutto una dichiarazione d’amore alla terra emiliana.

6. Galileo
La prima canzone che scrissi a Bologna, quando venni a studiare qui in Erasmus nel lontano 2013. Un anacronistico Galileo Galileo e la metafora della navigazione sono in realtà due pretesti per parlare del corteggiamento di una ragazza cui è dedicato il brano.

7. Ma l’amor mio non muore
Se il titolo prende spunto da un libro della controcultura italiana degli anni 1970, il testo si ispira invece al famoso “Chiedi alla polvere” di John Fante. Sto finendo una tesi di dottorato sulla controcultura bolognese e ho studiato per due anni la letteratura italo-americani. Questi riferimenti intellettuali sedimentati nella mia mente hanno quindi dato luce, quasi a mia insaputa, a questa canzone.

8. Alberto Neri
Il mio tentativo di fare una canzone-ritratto alla Brassens. “Da una storia vera”: tengo comunque a precisare che il vero Alberto Neri non “profanava cimiteri”.

9. I ritorni
Una sorta di canto marinaresco “nostalgico” (etimologicamente, “i ritorni fanno male”) registrato live in studio. Ritorna qui la tematica che fa da collante all’album: il viaggio, la deriva psicogeografica. C’è anche una private joke in questa canzone: se Ligabue aveva registrato le rane di Rubiera nelle vicinanze dello studio Esagono per il suo album “Buon Compleanno Elvis”, io ho optato per gli uccelli che ci facevano compagnia nel giorno in cui abbiamo registrato questo brano.

10. Le mie vele
La power-ballad che chiude l’album con un’esplosione di cori e assoli chitarristici. Il fuoco d’artificio finale che saluta la nave che salpa verso nuovi lidi.

BIO

Russo Amorale, allanagrafe Ugo Russo, è un cantautore e polistrumentista francese nato nel gelido febbraio del 1991 in un piccolo borgo della Lorena post-industriale. Cresciuto in una famiglia italo-francese di muratori, macellai e artisti del quotidiano, la sua amoralità risiede nella sua ambiguità multiculturale, nel suo “essere di frontiera, una verde frontiera”. Varcando le Alpi, Russo Amorale compie un viaggio a ritroso nella terra dei nonni; i suoi testi sono infatti il distillato in cui si sublimano i luoghi delle sue peregrinazioni: Nancy, Lione, Parigi, Bologna, Reggio Emilia ma anche la più remota California. Luoghi e lingue che si mescolano per creare una nuova geografia poetica: lo sradicamento intimo diventa così un vero e proprio «antare » europeo per tutti i senzapatria che si sentono di appartenere al mondo. Dopo un primo EP autoprodotto uscito nel 2016 e definito un “esordio breve ma fulminante” da Blow-Up Magazine, Russo Amorale ha registrato il suo primo album allEsagono di Rubiera (MO), studio storico della bassa emiliana che ha ospitato i più grandi nomi della musica italiani. Una scelta sicuramente non casuale, essendo il legame tra Russo Amorale e lEmilia molto viscerale: Ugo vive a Bologna da tre anni dove sta, tra le altre cose, scrivendo una tesi di dottorato sulla controcultura bolognese. Con una versione francesizzata di “Emilia Paranoica”, brano culto dei CCCP Fedeli alla Linea, Russo Amorale ha lanciato una fruttuosa campagna di crowdfunding per il finanziamento del suo album desordio. Questa versione è stata apprezzata da niente meno che Massimo Zamboni che ha invitato Russo Amorale a condividere con lui il palco in varie occasioni. 

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